Moscow Recording Studio: Comunicato Stampa
  • 25 gen Moscow Recording Studio
    18:26 - 25 gen 2011 Pozzuolo del Friuli (Udine) http://www.moscowlab.it/archivio/tutorial/quanto-tempo-per-registrare

    Quanto tempo ci vuole per registrare?

    In questo articolo cercheremo di dare delle indicazioni sui tempi necessarie per registrare e completare un progetto musicale in studio di registrazione. Ricordatevi che registrare è solo una parte del processo, che include anche l’editing, il mixaggio e il mastering.

    Se avete dato un’occhiata alle nostre tariffe vi sarete accorti che sono a tempo, non a traccia o a album. Immagino che, dopo averle lette, la domanda successiva sia stata: “ok, ma quanto tempo ci vuole?”

    Come volete registare?

    Prima di tutto bisogna stabilire che tipo di approccio si vuole adottare per la registrazione, decidendo quali strumenti si vogliono fare in presa diretta e quali tramite sovraincisioni. Questa scelta dipende molto dal genere musicale e dall’approccio dei musicisti. Tanto per tracciare dei confini di massima, chi suona jazz, blues, folk, ecc… in genere preferisce registrare in presa diretta quanti più strumenti possibili. Chi invece fa rock, pop, metal, ecc… è probabile che preferisca registrare prima la batteria con l’aiuto di guide appositamente realizzate di chitarra e voce, e poi sovraincidere gli altri strumenti uno alla volta. Alcune parti in genere verranno comunque sovraincise in un secondo momento, come le voci, i cori, gli assoli, ecc…
    I due metodi hanno i loro pro e contro: le prese dirette sono più veloci da realizzare, in genere la performance è più intensa e più simile al live, d’altro canto è possibile che ci siano più errori nelle esecuzioni e che i suoni siano meno curati a causa di compromessi fatti nella microfonazione e di eventuali rientri. Inoltre può volerci più tempo per fare il setup iniziale di tutta la strumentazione e degli ascolti per i musicisti.
    Registrare uno strumento alla volta al contrario permette il massimo controllo del suono e della performance, e da il tempo ai musicisti e al produttore di riflettere sugli arrangiamenti. Chiaramente richiede più tempo e la performance risulterà più “controllata” rispetto al live.
    Il 90% dei dischi pop/rock/metal più o meno indipendenti vengono registrati uno strumento alla volta, per le maggiori possibilità creative e per la qualità finale più elevata. I dischi che vengono realizzati in presa diretta possono essere molto belli e spontanei, ma richiedono che i musicisti siano molto bravi e abbiamo un grande feeling di gruppo.

    Sono anche possibili approcci ibridi, come ad esempio registrare batteria, basso e una chitarra, e poi sovraincidere la seconda chitarra e eventuali parti di strumenti acustici, tastiere, synth, ecc….

    Una cosa importante da notare, è che il tempo non è in relazione lineare con il numero di tracce che si vogliono registrare: per fare 2 pezzi non ci vuole il doppio del tempo necessario per farne 1. Il motivo è semplice: il tempo di set up iniziale (in genere 3-4 ore) è lo stesso nei due casi. Questo è il motivo per cui in genere conviene venire in studio per fare almeno 3-4 pezzi.

    Terminate le registrazioni (o tra un take e l’altro) occorre fare l’editing del materiale, cioè “pulire” tutte le tracce dalle parti non necessarie e rumorose, come ronzii di chitarre e bassi, i microfoni di tom e timpano, le voci, ecc… In questa fase è possibile anche correggere errori di timing e di intonazione.

    A questo punto si passa al mixaggio. Anche qui ci sono molte variabili, tra le quali il numero di tracce è la principale: chiaramente un brano pop con molti arrangiamenti, sovraincisioni, stacchi che richiedono impostazioni dedicate, effetti, ecc… richiede più tempo e attenzione di una sessione di jazz che ha gli stessi suoni e le stesse tracce dall’inizio alla fine. Altro aspetto importante è quanto i brani sono simili tra loro: sempre rimanendo alle differenze tra un brano pop e uno jazz, è molto probabile che diversi brani pop abbiano necessità di mix molto differenti tra loro, in base agli arrangiamenti e al BPM, mentre i brani jazz possono avere delle impostazioni molto simili tra un brano e l’altro.

    Infine il mastering, che non richiede molto tempo ma può essere costoso se fatto fare in appositi studi.

    Bene, vi siete fatti un’idea del processo. Adesso proviamo a fare dei numeri.

    Prese dirette
    Per le registrazioni in presa diretta il tempo maggiore va nel setup iniziale, nel quale bisogna microfonare molti strumenti, regolare i relativi volumi, settare l’ascolto di più musicisti. Il tempo medio è di 4-5 ore. Poi il più è fatto, e il tempo per la registrazione effettiva dipende solo dall’abilità dei musicisti. Possiamo calcolare circa 30-40 minuti a brano, quindi in un pomeriggio si possono fare tranquillamente dai 4 ai 6 brani, calcolando le necessarie pause e i tempi per riascoltare il materiale realizzato. Poi si passa alle voci e alle eventuali sovraincisioni che possono essere rimaste fuori. Sulle voci ci sono dei limiti fisici, difficile fare più di un pezzo in un’ora, probabilmente ci vorrà anche di più. Aggiungete una mezz’ora per ogni parte che volete fare in più: un assolo, degli accordi di tastiera, ecc…
    Per l’editing dipende dal numero di tracce e da quante “correzioni” bisogna fare ; ) se il batterista va dritto e il cantante è intonato è probabile che non ci voglia molto. Diciamo dai 30 ai 60 minuti a brano.
    In genere se si è scelto di fare delle prese dirette è probabile che non si voglia avere dei suoni troppo diversi tra un brano e un altro. Quindi ci sarà un mix iniziale su uno dei brani che potrebbe richiedere 3-4 ore, e poi si potranno riportare le stesse impostazioni sugli altri brani, con i dovuti aggiustamenti che impiegheranno un paio d’ore a pezzo. Infine il mastering, diciamo una mezz’ora a brano.

    Riassumendo:
    2 brani: circa 2 giorni
    4 brani: circa 3 giorni
    6 brani: circa 4 giorni
    10 brani: circa 6 giorni

    Uno strumento alla volta
    In questo caso è più difficile fare delle stime, dipende molto dal progetto, da quanto si hanno le idee chiare sugli arrangiamenti (leggi questo articolo sull’argomento) e da quale obiettivo si vuole raggiungere. Tanto per darvi un’idea della variabilità, abbiamo fatto dischi di 13 tracce in 30 giorni o EP di 4 brani in 5 giorni…

    Entrando nel dettaglio, in genere si inizia con la realizzazione delle guide di chitarra e voce (o tastiere e voce), che possono richiedere 30 minuti ciascuna. Poi si inizia con la batteria, diciamo 3-4 ore per accordarla e microfonarla con cura, e circa 30-60 minuti a brano per l’esecuzione (molto qui dipende dal batterista). Per gli altri strumenti possiamo azzardare un’ora per strumento a pezzo, ma in realtà possono volerci 15 minuti come 3 ore. Le voci possono richiedere molto tempo nel caso di brani pop con intenzioni “radiofoniche”, nei quali è richiesta la massima cura e intonazione, e l’aggiunta di doppiaggi, armonizzazioni o cori. Stesso discorso per l’editing, che cambia moltissimo in base al tipo e allo stile di produzione che si sta seguendo (copia-incolla di intere parti, editing “intenso” di batteria e voci, ecc…).
    Infine il mixaggio, che sarà più impegnativo rispetto alle prese dirette. Si va dalle 4 ore all’intera giornata di lavoro a brano. Per il mastering si può impiegare circa un’ora a brano.

    Fare una stima dei tempi totali in questo caso è difficile, ci proverò con delle “forchette” che vanno da un minimo (idee chiare, mixaggio veloce, musicisti bravi, niente ripensamenti) a un massimo (lavoro sulla produzione e sugli arrangiamenti, molto editing per “raddrizzare” le parti, mixaggio curato)

    3 brani: da 3 a 6 giorni
    5 brani: da 5 a 10 giorni
    7 brani: da 7 giorni a 14 giorni
    10 brani: da 10 giorni a 20 giorni

    P.s.: prendete queste stime con le pinze, sono solo delle indicazioni di massima perchè ogni progetto è diverso. Se volete una stima personalizzata compilate il form che trovate qui.

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