Pr NewsWire Aziende: Comunicato Stampa
  • 13 mag Pr NewsWire Aziende
    17:46 - 13 mag 2017

    Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, inaugura il quarto vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo

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    Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, inaugura il quarto vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo

    PR Newswire

    BRUXELLES, 12 May 2017 / PRN Africa / -- Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha aperto il quarto vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo affermando che per avere stabilità in Europa è fondamentale che ci sia stabilità nel Mediterraneo. Il dialogo politico, economico e parlamentare deve essere rafforzato tra i nostri partner nella regione.

    Ci sono molte sfide che vanno affrontate, dalla migrazione, sicurezza alla stabilità globale, ma c'è un enorme potenziale che è ancora da sfruttare.

    Il discorso del Presidente (fa fede la versione orale):

    "Caro Presidente del Consiglio dei Ministri,

    Caro Presidente del Senato della Repubblica,

    Cara Presidente della Camera dei deputati,

    Onorevoli colleghi,

    Vorrei innanzitutto ringraziare la Presidenza Italiana per il lavoro svolto negli ultimi mesi. Un grazie particolare va ai copresidenti Boldrini e Grasso che ci ospitano in occasione del 4° vertice dei Presidenti dell'Assemblea Parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.

    Risultati dell'eurobarometro

    Due settimane fa il Parlamento europeo ha pubblicato i risultati del suo ultimo sondaggio eurobarometro. Per la prima volta dopo la crisi del 2008, vi è un'inversione di tendenza positiva nel giudizio sull'Unione europea. Secondo il sondaggio la maggioranza dei cittadini vuole un'Europa forte, capace di contrastare terrorismo, fondamentalismi, governare i flussi migratori o lottare contro i cambiamenti climatici. Sono convinto che anche i cittadini delle altre sponde del Mediterraneo condividono la necessità di un'azione congiunta per affrontare queste sfide.

    Centralità del Mediterraneo

    Il Mediterraneo è in cima alle priorità dell'Unione europea. La politica euro-mediterranea è la chiave per molte risposte alle preoccupazioni dei nostri cittadini.

    Questo è tanto più evidente per chi, come me, viene da un paese che ha un legame profondo e indissolubile col Mare Nostrum. Le radici della nostra storia, della civiltà, dell'identità europea, si trovano sulle sponde del Mediterraneo. Questo mare ci ha spinto all'apertura, agli scambi, alla mescolanza di pensiero, cultura, scienze, arte, religioni. Anche oggi, ci spinge gli uni verso gli altri.

    Se è stato giusto guardare ad Est, con l'allargamento e il rafforzamento dei rapporti con alcuni vicini, questo non può essere a scapito del legame unico e privilegiato tra Europa e Mediterraneo. Abbiamo davanti grandi sfide. Il nostro mare è, purtroppo, teatro di terrorismo, minaccia dell'ISIS, instabilità e guerre, dalla Siria alla Libia, con il perdurare del conflitto israelo-palestinese. In quest'area assistiamo ad un intensificarsi delle violazione dei diritti fondamentali, della libertà espressione, della dignità della persona. All'aumento dei flussi migratori, provocati anche da crescita demografica, disoccupazione, cambio del clima.

    Vi sono però anche grandi opportunità di crescita, cooperazione, integrazione dei mercati.

    Possiamo solo guadagnare nel lavorare insieme; abbiamo tutto da perdere nel dividerci.

    Dobbiamo rafforzare il nostro partenariato, lavorando per dare risposte ai nostri cittadini. In particolare, su lotta al terrorismo, gestione dei flussi migratori, tutela dei diritti umani, rimozione degli ostacoli agli scambi, trasferimento di tecnologie e saper fare industriale, formazione, dialogo interculturale e interreligioso.

    Governo dei flussi migratori

    Gli ultimi anni hanno contrassegnato una crisi migratoria senza precedenti. Non può esservi un vero partenariato Mediterraneo senza affrontare con concretezza e lungimiranza questo problema. La gestione dei flussi migratori non può essere lasciata nelle mani di trafficanti di esseri umani, criminali o terroristi. Non esistono soluzioni facili. La gestione dell'emergenza non basta. E' necessario andare alla radice del problema. Creare crescita, lavoro, stabilità e diritti in Africa e Medio Oriente. Il diritto di asilo è un valore fondante della nostra Unione su cui non possiamo permetterci di arretrare, così come la solidarietà tra Stati membri. Il Parlamento sta lavorando per rendere più efficace il sistema di asilo riformando il Regolamento di Dublino. Dobbiamo essere ugualmente rigorosi nell'accoglienza di chi ha effettivamente diritto all'asilo, come nel respingere l'immigrazione illegale.

    Il Parlamento sta anche lavorando sull'armonizzazione dei documenti di viaggio per il rimpatrio e sull'iniziativa Frontiere Intelligenti per registrare più rapidamente i passaggi alle frontiere esterne dello spazio Schengen. Servono più investimenti in tutto il continente africano, guardando alle grandi opportunità di crescita. Non possiamo lasciare l'Africa alla Cina.

    Dobbiamo guardare a questo continente con occhiali africani. Tra maggio e giugno abbiamo invitato in plenaria il Presidente della Commissione dell'Unione Africana, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, e il Presidente della Costa d'Avorio. Alla vigilia del Consiglio europeo del 22 giugno dedicato ai flussi migratori, ho promosso una giornata al Parlamento europeo su immigrazione, sicurezza e stabilità, a cui interverranno i vertici delle istituzioni Ue.

    In ottobre organizzeremo la giornata dell'Africa centrata sulla diplomazia economica in vari settori strategici.

    Politica industriale e diplomazia economica

    Il Parlamento sta per approvare un nuovo Fondo per lo sviluppo sostenibile in Africa in grado di mobilizzare decine di miliardi. Nel prossimo bilancio Ue dovremmo incrementare queste risorse. Già oggi Ue e Stati membri spendono oltre 20 miliardi di euro l'anno in Africa. Ma vi è un problema di qualità e impatto di questa spesa. Dobbiamo concentrarci su azioni che portino a un vero sviluppo della base industriale, che creino opportunità per i giovani, facilitino lo sviluppo di una nuova imprenditoria africana, di posti di lavoro. Servono trasferimenti di tecnologie, specie nell'uso efficiente e sostenibile delle risorse. Lavorare su formazione e mobilità legale, con quote per studenti, ricercatori e lavoratori mediterranei. Infrastrutture di qualità. Una robusta diplomazia economica.

    La disoccupazione giovanile rimane elevata nell'area euro-mediterranea.

    Dobbiamo puntare sulla formazione professionale e sugli scambi universitari per creare posti di lavoro e promuovere una classe dirigente capace. I programmi Erasmus + e Erasmus per giovani imprenditori vanno utilizzati in questo senso. Abbiamo bisogno di creare crescita sostenibile e occupazione, tema del vertice di oggi. E PMI e imprenditori sono al centro di questa ambizione. La politica industriale europea può quindi giocare un ruolo determinante per promuovere lo sviluppo economico nell'intera area, creando e promuovendo partenariati e scambi commerciali. Già adesso alcuni programmi Ue per promuovere crescita e innovazione sono aperti agli altri Paesi del Mediterraneo. Con il prossimo bilancio Ue dobbiamo essere ancora più ambiziosi e aprire alla partecipazione ai fondi strutturali a quei Paesi che hanno la volontà di approfondire il loro rapporto con l'Ue.

    Ruolo del dialogo interreligioso

    La violenza del terrorismo ha colpito noi tutti. Migliorando la comprensione tra le culture, il dialogo politico euro-mediterraneo può prosciugare il terreno di coltura del terrorismo e la radicalizzazione. La politica di vicinato dell'UE può anche essa contribuire alla democratizzazione dei sistemi politici e giuridici dei Paesi terzi.

    Attraverso l'istruzione e una corretta comunicazione affrontiamo il male alla radice. Ma il problema si pone in modo più grave nei confronti di persone già radicalizzate.

    Si tratta di un messaggio che ho trasmesso al Grande Muftì d'Egitto incontrato poche settimane fa a Bruxelles. In questa direzione, anche la recente visita di Papa Francesco in Egitto. Sono convinto che per fare in modo che il Mediterraneo possa contribuire alla stabilità geopolitica internazionale, sia necessario sottolineare l'importanza delle religioni, che per secoli hanno unito popoli e Paesi con identità e culture diverse. Bisogna promuovere il dialogo tra le religioni con iniziative e progetti concreti, tutelando le minoranze religiose. Le religioni non sono la causa delle guerre, le religioni sono alla base di soluzioni di pace.

    Conclusione

    Vorrei concludere per i nostri amici francofoni in francese, lingua ufficiale di questa Assemblea. Senza stabilità nel Mediterraneo, non vi sarà stabilità in Europa.

    Ci uniscono legami culturali, storici e commerciali e dobbiamo lavorare insieme per trovare una soluzione ai nostri problemi. Penso che il Mediterraneo debba procedere verso un'integrazione ancora maggiore, poiché essa porta pace e prosperità. Sono inoltre uno strenuo difensore della diplomazia parlamentare. Le nostre assemblee svolgono un ruolo fondamentale nella promozione degli interessi dei nostri cittadini. Dobbiamo quindi compiere ogni sforzo per utilizzare consessi come questo per giungere a proposte concrete.

    Ecco perché accolgo con favore la Dichiarazione che adotteremo questa mattina, poiché pone in risalto queste argomentazioni.

    Sappiate che potrete sempre contare sul mio impegno. Vi ringrazio della vostra attenzione!”

    Copyright Unione europea, 1995-2017

    SOURCE Parlamento europeo / Il Presidente


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