LUCENS Servizi di Pulizia: Comunicato Stampa
  • 13 mag LUCENS Servizi di Pulizia
    12:44 - 13 mag 2013 http://www.lucens.it/blog/?id=3u4i56g6

    - LE PULIZIA DI CASA: come fare le pulizie e raggiungere il nirvana


    Per i monaci buddhisti lavare e rassettare sono un modo per purificare l'anima e raggiungere il nirvana. In un libro i consigli di Keisuke Matsumoto per affrontare i lavori domestici con uno "spirito" nuovo.
    «La giornata dei monaci inizia dalle pulizie: ramazziamo il giardino, puliamo il cortile, tiriamo a lucido il santuario. Non tanto perché siamo effettivamente sporchi o in disordine, quanto perché tali azioni hanno il fine ultimo di eliminare dallo spirito qualsiasi ombra». Così spiega Keisuke Matsumoto che ha pensato di scrivere il Manuale di pulizie di un monaco buddhista (A. Vallardi, 12,50 euro) per aiutarci a fare le pulizie domesticheripulendo, insieme a lavandini e pavimenti, anche la nostra anima. Per la serie: spolverare per ritrovare la pace interiore. Ramazzare per conoscere sé stessi. «Il tempo impiegato per pulire accuratamente ogni angolo del tempio è qualcosa che arricchisce l'anima. Condurre una vita semplice, scrutando dentro noi stessi, ci permette di assaporare ogni attimo. E di sopravvivere a un presente così frenetico. Perché le pulizie sono soprattutto un esercizio spirituale di purificazione dell'anima». Parole sue.

    Partiamo dall’ ABC: cosa sono le pulizie? La desperate houswife media risponderebbe: «Una noia micidiale!». E invece no. Per i buddhisti fare le pulizie è un concetto che non si riferisce semplicemente a togliere lo sporco dalle superfici, ma è in stretta relazione con lo spazzar via le nubi che oscurano la nostra anima. Capito? Via la polvere, via i pensieri. E già con questo stato d’animo si comincia prendendo in mano la scopa con un umore e una prospettiva tutta diversa.

    E qual è l’orario giusto per pulire e riordinare? State per rispondere: «Nessuno, al massimo i ritagli di tempo»? Sbagliato di nuovo. Il momento migliore è la mattina presto, prestissimo. La giornata tipo del monaco inizia esponendo il proprio corpo all’aria fresca prima che si sia levato il sole, cosa che rinvigorisce lo spirito e mette in sintonia con la natura, ma soprattutto dona la forza per iniziare la giornata.

    Prima di tutto bisogna spalancare le finestre e arieggiare l’ambiente, sia d’estate che d’inverno perché l’aria viziata ha un’influenza negativa sul nostro stato d’animo che si risveglia. E poi è importante entrare in comunicazione con lo spirito delle stagioni che è uno dei significati che si ritrovano nell’attività di pulizia. In sostanza: ignorate i quattro gradi sottozero che ci sono fuori e inspirate l’aria a pieni polmoni. La prospettiva del raggiungimento del nirvana vi proteggerà dalla bronchite.

    Fondamentale è anche il lavoro di squadra. Se potete fate le pulizie in compagnia suddividendo le mansioni: così facendo, svolgere il proprio lavoro significherà supportare quello di qualcun altro in nome del principio fondamentale dell’equilibrio.

    Zengosaidon è un’espressione idiomatica Zen che significa: «non pentirti di ciò che hai fatto in passato, non preoccuparti per il futuro e dedicati con tutte le tue forze a non avere mai rimpianti. Questo concetto, nel contesto delle pulizie dell’anima, si traduce con: non rimandare a domani quello che puoi fare oggi». In sostanza, togli quelle quattro dita di polvere dalle mensole per abbattere il senso di colpa.

    Neanche l’abbigliamento può essere lasciato al caso. I monaci indossano il samue (da «samu», lavoro), un indumento tradizionale giapponese comodo e facile da lavare. Di cotone foderato per l’inverno e lino per l’estate. Mentre le calzature migliori sono le zori, Infradito semplici e resistenti con un’ottima influenza sulla postura. Questa volta l’abito fa il monaco…pulito e zen.

    E gli strumenti? Niente di strano. Scopa, paletta, secchio, straccio e piumino. Tuttavia si deve trattare di oggetti comodi, leggeri e resistenti, che non intralcino l’operazione di pulizia interiore ed esteriore ma la agevolino. Lo straccio deve essere ricavato da un vecchio indumento, perché riutilizzare le cose vecchie ci aiuta a stare in pace con noi stessie l’acqua utilizzata per lavare deve essere abbondante e pulita. Simbolo universale di purificazione.

    E con queste premesse l’operazione di togliere la polvere deve simboleggiare l’eliminazione di crucci e pensieri dall’anima, lavare i pavimenti la purificazione dello spirito, rassettare è mettere ordine nella propria mente, scrostare il bagno per grattare via le ombre del nostro passato che si ripercuotono sul nostro presente. E ora immaginatevi passare la scopa a occhi chiusi dicendo a ripetizione «ohm, ohm, ohm». Non vi sentite già più Zen?

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