OIPA: Comunicato Stampa
  • 05 gen OIPA
    18:12 - 05 gen 2010

    [listaroma] News

    Afghanistan/ Gunner, cane trova bombe, è sotto stress. Soffre da sindrome da stress post-traumatico e non può lavorare

    "Disordine da stress post-traumatico". Ne soffrono tanti militari andati al fronte e rimasti scioccati da azioni di guerra o da incidenti pericolosi. Non riescono più a dormire e soprattutto a dimenticare. Spesso il rientro alle azioni di combattimento o di esplorazione è molto difficile, se non impossibile. L'ultimo caso documentato è quello di Gunner, un esperto in esplosivi, "laureato" in Virginia e distaccato in Afghanistan. Nulla di particolarmente strano se non fosse che Gunner è un labrador color miele dai grandi occhi marroni che trema al solo click della macchina fotografica e di "sniffare" esplosivi proprio non ne vuole più sapere. Arrivato a ottobre nella zona di combattimento è stato subito impiegato in un'azione di prima linea, ma i nervi hanno ceduto subito di fronte al rumore e alla distruzione delle bombe. Gunner, secondo il capitano Michael Bellin, veterinario dell'esercito Usa intervistato dal "Wall Street Journal", soffre di stress post-traumatico, una cosa accaduta già in altri casi con animali posti sotto pressione. "Credo che sia verosimile, dipende da che cosa ha vissuto", ha aggiunto. Nonostante siano passati mesi dal primo episodio, Gunner di tornare al lavoro proprio non ne vuole sapere e resta ogni giorno chiuso nella sua cuccia a Camp Leatherneck, dove i cani artificieri recuperano da malattie e problemi fisici. Il cucciolo, che ha anche il grado di sergente, a volte rinsavisce, dicono i "commilitoni", ma l'obiettivo è rimetterlo in sesto "per farlo tornare a casa".
     

    Europa: Nasce VeganWIZ !

    E’ tutta italiana la prima community di Ricette Vegan in Europa e vanta numeri di tutto rispetto!

    Spiega Sauro Martella fondatore della community e “Chef Editor” del sito italiano www.veganblog.it da cui è nato l’intero network…
    “Dopo un anno di attività e grazie anche alla partecipazione di tante persone straordinarie, abbiamo portato Veganblog.it ad essere la più importante community italiana di appassionati di cucina Vegan con oltre 800.000 pagine viste/mese che continuano ad aumentare. Un risultato così importante nella diffusione della scelta etica Vegan unitamente al piacere del buon vivere e della buona cucina, ci ha dato l’idea di esportare le nostre capacità e la nostra energia positiva anche in altri Paesi e se consideriamo anche il numero di pagine viste generato dal network di Promiseland.it pari a circa 2 milioni, riteniamo fattibile raggiungere per la fine di quest’anno, il traguardo di ben 4 milioni di pagine viste al mese. Un successo assolutamente unico per quanto riguarda il mondo della comunicazione Etica. ”


    Ed ecco nel dettaglio l’intero network di VeganWIZ dove ogni giorno vengono pubblicate decine di ricette Vegan tutte corredate di immagini e indicazioni su come realizzare la ricetta nel migliore dei modi:

    www.veganWIZ.com  (Chef Editor inglese: Tippitappi)
    www.veganWIZ.fr       (Chef Editor francese: PizzaPie)
    www.veganWIZ.es      (Chef Editor spagnolo: Denibeli)
    www.veganblog.it
          (Chef Editor italiano Sauro Martella)

     

    California, arriva il registro di chi fa male agli animali

    Vi figurerà chi commette abusi e viene condannato: saranno pubblicati fotografie, recapiti, posti di lavoroWASHINGTON - Dopo il registro dei sex offenders, la California avrà presto il registro degli animal offenders, i nemici degli animali domestici e non. Un disegno legge di Dean Florez, il leader del senato californiano, prevede la pubblicazione online delle foto, i recapiti, i posti di lavoro e vari altri dati di quanti abusano delle indifese creature. Florez, un democratico, è certo del passaggio del disegno, presentato venerdì. «C’è un accordo bipartisan, i californiani amano gli animali, alcuni dei quali sono già protetti da leggi precedenti» ha detto. Il registro degli animal offenders, ha aggiunto il senatore, «sarà il primo di molti in America. Altri Stati, per esempio il Tennessee, ci hanno comunicato che seguiranno il nostro esempio». Per gli animalisti, numerosissimi in America, dove tra i pets si trovano oltre 50 milioni di cani e oltre 50 milioni di gatti, è una svolta storica. Un loro esponente, l’avvocato Gillian Deegan della Virginia, ha commentato che «è un cruciale passo avanti contro chi fa contrabbando di animali, li alleva illegalmente, ne organizza i combattimenti».

    STATO ALL'AVANGUARDIA - La California, che ha una fiorente agricoltura, è sempre stata all’avanguardia nella protezione degli animali. Negli ultimi anni, ha stabilito che i polli, i maiali e i vitelli allevati in batteria godano di qualche spazio e ha vietato il taglio della coda delle mucche da latte per facilitare la mungitura. Il registro degli animal offenders corona il lavoro svolto dagli animalisti. «Vi figurerà chi abusa di un animale e viene condannato - ha spiegato Florez -. Il pubblico deve essere informato». Secondo Stephan Otto, il direttore del Fondo per la difesa legale degli animali, «si tratta fondamentalmente di violenti che possono aggredire anche le persone». Se cercassero un impiego, ha concluso, i potenziali datori di lavoro «saprebbero che corrono certi rischi». Otto ha citato un altro registro online di grande utilità pubblica in California, quello dei piromani: «Se si spostano in un altro Stato sono identificabili».

    UN MILIONE DI DOLLARI - In America gli animalisti hanno già messo online vari registri di animal offenders come Petabuse.com. Quello ufficiale costerà alla California 1 milione di dollari e verrà finanziato con una piccola tassa sul cibo dei pets. Wayne Pacelle, della Humane society, teme che la tassa sia un ostacolo al passaggio del disegno legge a causa del deficit di bilancio e del debito della California. Ma il registro ha l’appoggio della maggioranza degli americani. Lo conferma l’inattesa conversione del Pentagono al credo animalista. Il New York Times riferisce che nel grandi basi militari in America, speso veri e propri latifondi, il Pentagono spende milioni di dollari annui - 300 milioni nel quinquennio 2004-2008 - per la tutela delle specie in via di estinzione. Il giornale pubblica una foto di un soldato che prepara un nido per i picchi in cima a un albero.

    Martini: Controlli a tappeto sull'uso delle pellicce di cane

    Lotta a tutto campo e controlli a tappeto nei posti di frontiera contro il commercio e l'importazione di pellicce di cani e gatti. Lo annuncia il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto che aggiorna il sistema sanzionatorio per le violazioni al regolamento comunitario 1523/2007 sul commercio delle pellicce di tali animali prevedendo l'arresto fino ad un anno o l'ammenda da 5.000 a 100.000 euro.
    'Con i carabinieri dei Nas - ha annunciato Martini - faremo dei prelievi a campione, anche nei posti di frontiera, sulle partite di abbigliamento provenienti dall'estero per verificare la natura delle pellicce utilizzate'.
    Il provvedimento varato, ha inoltre commentato il sottosegretario, e' 'il segnale tangibile dell'impegno del governo che vede nella tutela degli animali da affezione un caposaldo della propria attivita''. E' infatti 'aberrante e indecente - ha sottolineato Martini - che vi siano dei Paesi extraeuropei che utilizzano appunto pelli di animali da affezione in contrasto con le regole minime di civilta''.
    Il decreto varato, ha concluso il sottosegretario, e' anche nella direzione della 'tutela del prodotto italiano e dello stop alle importazioni illegali'. (ANSA).

    L'ospedale secondo Veronesi, pazienti tutti vegetariani.

    "Vorremmo introdurre una quantità di innovazioni che spazzi via la vecchia cultura ospedaliera del passato. L'ospedale deve essere innanzitutto parte della comunità. Il paziente si deve sentire quasi a casa propria"

    Comfort degno di un albergo a più stelle. Stanze singole, tutte con bagno. Porte sempre aperte ai parenti, fumo bandito già al cancello d'ingresso e dieta rigorosamente 'verde'.

    L'oncologo Umberto Veronesi ripropone la sua idea di ospedale modello, ma punta 'la lente' sul piatto dei malati e lancia una proposta in più: "Noi vorremmo che i nostri pazienti diventassero tutti vegetariani", perché "questo istituto deve avere anche una funzione educativa" e "dobbiamo dare anche l'esempio di una giusta alimentazione".

    Parlando ai giornalisti, oggi a margine delle celebrazioni per il 'raddoppio' dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e l'inaugurazione dell'Ieo 2-Day Center, il direttore scientifico dell'Irccs di via Ripamonti riassume la sua missione: "Vorremmo introdurre una quantità di innovazioni che spazzi via la vecchia cultura ospedaliera del passato. L'ospedale - sostiene l'ex ministro della Sanità - deve essere innanzitutto parte della comunità. Il paziente si deve sentire quasi a casa propria" e deve avere un'assistenza alberghiera di altissimo livello.

    "Deve avere i parenti tutto il giorno con lui per rincuorarlo, per aiutarlo", precisa. E ancora: "Deve avere una camera singola solo per lui. Perché se nessuno andrebbe in un albergo a dormire con uno sconosciuto, non vedo perché un malato debba dormire con persone che non conosce e che possono anche volere una privacy per confidarsi con i propri familiari". Tutte le camere devono essere "con bagno", l'alimentazione "buona e sana" e l'intera area dell'ospedale deve essere no-smoking. "Qui all'Ieo - ricorda - è proibito fumare in tutta l'area delimitata dal recinto esterno".

    L'Ieo 2, che sorge di fronte all'Ieo e sarà operativo dagli inizi di aprile, punta a garantire percorsi super-rapidi per i malati di cancro. "Dalla diagnosi al trattamento in un giorno, massimo due o tre". Il nuovo Day Center "materializza e rende concreta un'idea di medicina che coltiviamo da molti anni", dice Veronesi. I progressi in prevenzione, diagnosi precoce e terapia "hanno cambiato volto alla cura del cancro, rendendola più efficace e più attenta alla qualità di vita del malato". Ma "ora anche l'ospedale deve cambiare", avverte l'ex ministro della Sanità.

    Il luogo di cura del futuro "deve proiettarsi verso la popolazione e organizzarsi per una medicina sempre più preventiva" e su misura, "orientata alle caratteristiche e ai bisogni della persona. Il nuovo ospedale deve essere più umano, più accogliente per chi varca le sue soglie con un carico di ansia spesso molto pesante e in una situazione di debolezza psicologica". Proprio in quest'ottica l'oncologo auspica strutture sempre più simili a una casa, anche nei 'ritmi'. Basta pranzi serviti alle 11 e cene alle 18, insiste da sempre l'oncologo.

    L'ospedale, continua, "da luogo di sofferenza deve diventare luogo di speranza. Bisogna comunicare al paziente l'aspettativa di un totale recupero, la fiducia nel futuro", insegna Veronesi. "Già oggi le percentuali di guarigione da un tumore sono pari in media all'80%, ma possono superare il 90% per il seno e arrivano al 95% per la prostata. Il medico ha il dovere di comunicare al paziente le sue reali condizioni, ma deve arricchire il suo messaggio con un forte contenuto di speranza. Il momento della diagnosi rappresenta infatti una frattura nella vita di una persona. E il medico deve accompagnare il malato in tutto il suo percorso", aiutandolo a superare "la ribellione che scatta davanti a una diagnosi di cancro". Il nuovo Ieo sarà "un avamposto della sanità italiana nel mondo, un esempio che spero possa essere seguito in tutto il Paese", conclude lo scienziato.
    Milano, 23 mar. (Adnkronos Salute)

     

    I medici: evitare la carne e sì alla dieta vegetariana

    «La carne? Meglio non mangiarla».

    E' stato traumatico, per molti, il messaggio lanciato al recente convegno dedicato alla corretta alimentazione e svoltosi a Prova, soprattutto in un periodo nel quale la riscoperta della buona tavola e dei cibi tradizionali (molto spesso a base di carne) è diventata quasi una moda «culturale», esaltata anche dai mass-media.

    Ecco perchè hanno destato molta sorpresa affermazioni come «mangiar carne fa male» e «se la gente sapesse quello che provoca, non ne mangerebbe».

    A lanciare il messaggio, che di fatto era un invito a una dieta vegetariana, sono stati esperti di grande valore: Roberta Siani, responsabile del Progetto disordini alimentari del reparto di Psichiatria dell'ospedale cittadino di Borgo Roma; Pietro Madera, responsabile del Sert dell'Ulss 20; Francesca Bonini, biotecnologa e docente di alimentazione, che sono intervenuti col coordinamento del dottor Giuseppe Piasentin, medico del Pronto soccorso del «Fracastoro».

    Partendo dal presupposto che si tratta soprattutto di una questione di cultura, i relatori hanno chiarito che il problema del consumo della carne ha due importanti conseguenze: una sulla salute delle persone e una, più in generale, su quello - drammatico - della fame nel mondo.

    Ci sono tre categorie di cibi, ha ricordato Madera: i cibi «virtù», che assorbono l'energia dal sole e la trasmettono all'uomo, conferendogli salute, longevità e serenità (frutta fresca e verdura, cereali integrali, latte, burro, miele, yogurt, formaggi non fermentati e simili); i cibi «passione», dai sapori intensi, i quali danno un'energia che dura poco e che se sono consumati regolarmente producono malattia (cereali raffinati, spezie, caffé, formaggi stagionati, sale, dolci, zuccheri); infine i cibi «inerti», che hanno cioè poca energia, appesantiscono e intossicano, predisponendo alle cosiddette malattie del benessere e ai tumori (carne, salumi, alcol, grassi animali, uova dopo il quindicesimo giorno, cibi conservati, aceto).

    L'influenza del consumo di carne sul problema della fame nel mondo si evince invece da alcuni dati sorprendenti: per produrre un chilo di carne (sufficiente per sfamare 5-6 persone) si consumano 30mila litri di acqua e 16 chili di cereali (che ne sfamerebbero 40-50). Basti pensare che tre quarti della produzione mondiale di cereali è dedicata agli allevamenti per la produzione di carne. «Se si consumasse meno carne e si cambiasse il nostro sistema alimentare», hanno concluso gli esperti, «ridurremmo le patologie e daremmo al Terzo mondo la possibilità di soffrire meno la fame, senza contare che le popolazioni vegetariane sono meno aggressive e più pacifiche di quelle che si alimentano con la carne».

    Un invito esplicito, quindi, a preferire una dieta con meno carne o, addirittura, vegetariana, la sola in grado di garantire una alimentazione più sana, secondo i medici. Gli esempi di chi la segue, del resto, sono numerosi.

    La lista dei vegetariani celebri parte dall'antichità per arrivare ai nostri giorni e comprende, in ordine sparso, Aristotele, Pitagora, Cicerone, Diogene, Platone, Plinio, Socrate, Seneca, Sofocle, Epicuro, San Francesco, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Edison, Franklin, Freud, Gandhi, Ippocrate, Mazzini, Newton, Nietsche, Paganini, Pascal, Wagner. Tanti anche i personaggi dello spettacolo e della cultura che non consumano carne: Giorgio Albertazzi, Brigitte Bardot, Adriano Celentano, John Lennon, Bob Dylan, Gianni Morandi, Sting, Jovanotti, Umberto Veronesi.

    10 Orsi della Luna salvati da una fattoria della bile

    Grazie all’ultimo intervento di salvataggio di 10 orsi da una fattoria della bile compiuto qualche giorno fa da Animal Asia Foundation nella provincia di Shandong, 20 delle 31 province cinesi sono ora farm-free; dopo Shandong sono solamente 11 infatti, le province che ancora posseggono fattorie della bile sul proprio territorio.

    L’intervento estenuante per il salvataggio è durato circa 4 giorni; gli operatori di Animal Asia Foundation sono stati costretti, durante il tragitto per arrivare al santuario di Chengdu, a sottoporre a un urgente intervento chirurgico, nel retro di uno dei camion adibiti al trasporto, uno degli orsi più anziani, Oliver.

    L’equipe di veterinari gli ha asportato la cistifellea per salvargli la vita. Oliver e altri 7 orsi indossavano il metal jacket, un busto metallico attraverso cui viene impiantato permanentemente un catetere nell’addome dell’animale per procedere all’estrazione della bile. Questo metodo è proibito dalle autorità cinesi da diverso tempo.

    La responsabile veterinaria di Animal Asia, Heather Bacon, ha dichiarato, infatti, che gli allevatori avevano tolto i metal jacket agli orsi e strappato i cateteri dagli animali, solamente qualche ora prima dell’arrivo dello staff di Animal Asia Foundation, proprio perché questa tecnica è illegale.

    Purtroppo ad Oliver, strappandogli il catetere gli è rimasto un anellino metallico appuntito conficcato nella cistifellea, anellino che serviva evidentemente al fissaggio del catetere. La veterinaria ha detto che senza l’intervento, Oliver non sarebbe mai arrivato vivo al santuario.Dopo l’operazione durata quattro ore, il team di veterinari ha deciso di deviare il percorso per arrivare al santuario, correndo al primo pronto soccorso vicino; lo staff dell’ospedale della città di Fend Ling Du, ha accolto lo staff dell'associazione, mettendosi a disposizione e fornendo loro ossigeno, bottiglie di acqua calda e asciugamani. Oliver ha ricominciato a mangiare e bere e nonostante le sue condizioni siano stazionarie, non è ancora fuori pericolo.

    L'associazione Animal Asia Foundation è un organizzazione internazionale non governativa, fondata da Jill Robinson nel 1998; questo drammatico e coraggioso percorso inizia nel 1993, quando la Robinson visita casualmente una fattoria della bile nel sud della Cina. "Avevano il corpo pieno di piaghe e un catetere conficcato nell’addome: alcuni, resi pazzi dal dolore, sbattevano il cranio contro le gabbie fino a procurarsi orribili ferite; altri si erano spaccati i denti mordendo il ferro. Dalle sbarre vidi spuntare una zampa gigantesca e, inconsapevole dei rischi che correvo, volli toccarla. Allungai la mano, l’orso me la strinse dolcemente. Allora gli promisi che sarei tornata e che l’avrei salvato".

    La Robinson mantenne la sua promessa: nel 1995 ottenne il rilascio degli orsi incontrati e mai dimenticati e decise di intraprendere questa missione per salvare gli orsi neri asiatici, comunemente soprannominati come orsi della luna, per la macchia sul petto a forma di luna crescente che li caratterizza.

    Nel 2000, Animal Asia Foundation sancì un accordo storico, in quanto primo e ultimo, con la China Wildlife Conservation Association e il Dipartimento Forestale del Sichuan. 500 orsi della luna vennero liberati e affidati alla cure dell'associazione; inoltre l’accordo prevedeva che le fattorie della bile vesissero prograssivamente chiuse, che le licenze riscattate dall’associazione venissero ritirate definitivamente e che si promuovessero alternative erboristiche e sintetiche alla bile dell’orso.

    Purtroppo, nonostante il duro impegno e la battaglia crescente dell’associazione, le fabbriche della bile ancora esistono e migliaia di orsi neri asiatici sono "munti" giornalmente e torturati per estarre la loro bile.Le gabbie di contenzione non consentono nessun movimento e nel giro di pochi anni raggiungono la completa immobilità, gli arti si atrofizzano o si paralizzano e le loro ossa si deformano. Agli orsi viene negata la possibilità di accedere liberamente all’acqua e al cibo perché in condizioni di forte stress, la produzione di bile aumenta notevolmente; questo trattamento disumano dura spesso per più di 25 anni, l’intero corso della loro vita. I procedimenti usati per estrarre la bile dagli orsi della luna sono diversi; vengono "munti", o attraverso cateteri di metallo conficcati nell'addome fino alla cistifellea, o attraverso la tecnica del free dripping ossia gocciolamento libero (unica tecnica ancora legale in Cina), o tramite la falsa tecnica del free dripping scoperta nel 2005 da Animal Asia Foundation

    La tipologia di trattamento subita dagli orsi durante l'estrazione della bile con la tecnica del catetere di metallo e quella del free dripping è la stessa; gli allevatori con miele, cibo e acqua attirano gli orsi nel fondo della gabbia e nello stesso istante con la forza gli inseriscono un tubo sporco nella cistifellea; il tubo va a perforare lo strato di pelle che si era riformato sulla ferita e a quel punto la bile cola in una vaschetta posta in basso. L'infezione causata dalla permanente apertura del buco e la bile che defluisce nell'addome dell'orso sono un mix micidiale e i veterinari dell'associazione hanno riscontrato che questi due tipi di estrazione provocano alti tassi di mortalità negli allevamenti.La falsa tecnica del free dripping invece, consiste nell'inserire in maniera permanente un catetere di plexiglass dentro la fistola, impossibile da vedere se l'addome dell'orso non sia rasato o esaminato da vicino.

    Qualsiasi tecnica venga usata, il trattamento dell'estrazione della bile è molto doloroso per l'orso che, se non muore prima per il servizio e le torture subite, l'animale impazzisce fino a tentare anche il suicidio; per questa ragione e anche per rendere la pratica dell'estrazione più sicura, gli allevatori gli strappano i denti e gli amputano le falangi.

    Gli orsi che sono stati liberati, arrivano al santuario che si chiama Moon Bear Rescue Centre in pessime condizioni e psicologicamente devastati; sono disidradati, malnutriti, agonizzanti, in stato di shock; molti presentano malattie come peritoniti, ulcere, tumori. Arrivati nel santuario, alla maggior parte degli orsi viene asportata la cistiffellea in quanto inevitabilmente e irreparabilmente danneggiata.

    Alcuni esemplari muoiono prematuramente dopo qualche anno dalla liberazione e quelli che sopravvivono, dopo la lunga terapia di recupero fatta di interventi chirurgici, consistenti cure a base di antibiotici e coccole, intensi mesi di fisioterapia per rafforzare la muscolatura atrofizzata dell'animale, dimenticano il proprio passato. Imparano a camminare, nuotare, arrampicarsi, correre ad interagire con i propri simili, a familiarizzare con l'ambiente circostante; iniziano finalmente a vivere! Putroppo nessun esemplare potrà essere reinserito nel proprio habitat naturale; molti sono nati in cattività o strappati alle madri quando ancora troppo piccoli, altri sono invalidi, con scarse possibilità di sopravvivenza. Particolare attenzione viene proprio riservata agli orsi disabili perché sono quelli che hanno più difficoltà a creare un legame con l'ambiente circostante e a entrare in sintonia con i propri simili.

    Nonostante in Vietnam, l'estrazione della bile sia illegale da oltre 15 anni e in Cina molte fattorie siano state chiuse, si calcola che sono circa 20.000 gli orsi neri asiatici allevati e torturati per soddisfare la crescente richiesta di bile nel mercato asiatico. Il componente principale della bile che si chiama acido ursodeoxicolico, viene usato sia per soddisfare la Medicina Tradizionale Cinese, per trattare disturbi quali febbre, spasmi, infiammazioni agli occhi e patologie al fegato, sia per beni di largo consumo quali lozioni, tè, bevande energetiche, shampoo, vino e unguenti. L'Associazione Cinese di Medicina, Filosofia e Ambiente ha reso noto che esistono almeno 54 alternative erboristiche alle bile d'orso tra cui il tarassaco, il crisantemo, l'edera, la salvia, il rabarbaro. Inoltre, l'acido ursodeoxicolico può essere sintetizzato in laboratorio. Queste due alternative non hanno effetti collaterali, non contengono derivati animali, hanno costi di produzione inferiori e soprattutto garantiscono ai consumatori maggior sicurezza. La bile infatti estratta dagli orsi gravemente malati non subisce nessun procedimento di raffinamento e quindi risulta contaminata da pus, sangue, urine e feci; la bile esaminata dai veterinari di Animal Asia Foundantion è fetida, densa e di colore scuro mentre la bile di un orso sano dovrebbe essere gialla brillante e fluida.

    Affinché questa pratica aberrante, disumana venga definitivamente abolita, Animal Asia Foundation lavora da tantissimi anni a fianco dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità per sensibilizzare le autorità, i medici che applicano ancora la tradizionale medicina cinese e i consumatori, sulle possibili conseguenze negative che comporta il consumo di bile di orso. Animal Asia Foundation è presente in tanti paesi del mondo e da gennaio 2009 anche in Italia, con una sede situata a Genova e una rete di gruppi di supporto sparsi su tutto il territorio nazionale, che diffondono consapevolezza e raccolgono fondi. Per costituire un nuovo gruppo di supporto o unirsi a un gruppo già esistente: http://www.animalsasia.org/index.php?UID=96W0I20XB3L

    Sosteniamo il lavoro che questa associazione porta avanti con tanto impegno da tanti anni e ringraziamo la coraggiosa Jill Robinson per aver avviato questa battaglia, con la speranza che un giorno tutte le fattorie della bile possano essere chiuse!!!

    Per approfondire o commentare questo articolo, visitate il nostro Forum

    Fonti:

    http://www.animalsasia.org/

    http://www.orsidellaluna.org/

    Autore: Tamara Mastroiaco - Redazione di Promiseland



     

     
     
     
    Francesca Lavarini

    Responsabile OIPA ITALIA Onlus 
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    (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007)

     

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